Trasporti e Mobilità

Ponte di Messina fuori dai conti Nato: gli Usa dicono ‘no’ all’Italia

Washington boccia l’idea di considerare l’opera come spesa militare. Salvini insiste sul “doppio uso strategico”, ma per l’ambasciatore Whitaker è solo contabilità creativa

Ponte di Messina fuori dai conti Nato: gli Usa dicono ‘no’ all’Italia

Gli Stati Uniti stoppano l’Italia sul Ponte di Messina. L’ambasciatore Matthew Whitaker, in un’intervista a Bloomberg, ha chiarito che i 13 miliardi di euro previsti per l’opera non potranno essere conteggiati come spese militari Nato. “Ho parlato con alcuni Paesi che stanno adottando una visione troppo ampia della spesa per la difesa — ha dichiarato — ma non accetteremo soluzioni creative”.

L’inaspettata richiesta di Trump

Il tema è emerso dopo il vertice Nato dell’Aia, quando Donald Trump aveva chiesto agli alleati di portare le spese per la difesa al 5% del PIL. In quell’occasione, Roma aveva ipotizzato di inserire nel conteggio anche il maxi progetto del Ponte, sostenendo che potesse facilitare lo spostamento di truppe italiane e alleate.

Salvini: “Infrastruttura strategica”

Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini aveva descritto l’opera come una “infrastruttura a doppio uso”, utile non solo per collegare Sicilia e Calabria, ma anche per motivi di sicurezza. La Sicilia, infatti, ospita basi Nato cruciali, e il Ponte — secondo i promotori — potrebbe avere un ruolo strategico nel dispiegamento delle forze armate.

Ma il progetto resta civile

Per Washington, però, il collegamento stabile sullo Stretto resta un progetto civile e infrastrutturale, non riconducibile alla difesa. L’idea di inserirlo nei bilanci Nato appare quindi destinata a tramontare, lasciando l’Italia alle prese con la sfida di finanziare l’opera senza il “paracadute” delle spese militari.